Chiropratica San Benedetto parla dei geni orologio e dell’importanza dei bioritmi.
La presenza dei nostri geni “orologio” o circadiani, cioè quelli strettamente connessi ai ritmi ormonali giornalieri, e all’alternanza sonno-veglia, è ben distribuita in tutti i nostri tessuti, anche se la loro presenza è particolarmente concentrata nella muscolatura scheletrica.
Secondo Joseph Takahashi, PhD, dell’University of Texas Southwestern Medical Center and the Howard Hughes Medical Institute in Dallas, e il suo team di ricercatori, tale scoperta è stata alquanto sorprendente dal momento che si era soliti relegare la presenza di questi geni quasi esclusivamente al tessuto nervoso cerebrale, e non muscolare o per lo meno non in queste misure.
Takahashi ed il suo team di ricercatori identificarono per la prima volta i geni “orologio” nel 1994, definendoli nel loro insieme come un network, una rete di geni che detta l’espressione genica in tutte le cellule e quindi in tutti gli altri tessuti del nostro organismo, in poche parole una sorta di orologi interno.
Le implicazioni per la medicina moderna e per lo sport, che derivano dalla conoscenza di questi geni sono evidenti.
“Le prestazioni migliori da parte del nostro fisico si avranno quando il nostro corpo è sincronizzato con i geni circadiani” aggiunge Karyn Esser, PhD, dell’Università di Gainesville, Florida.
Se si vogliono raggiungere prestazioni fisiche di livello, bisogna sapere perfettamente come scandire i ritmi giornalieri, cioè quando svegliarci, quando mangiare, quando allenarci e quando andare a dormire.
Ogni cellula, ogni tessuto e quindi ogni organo ha il suo orologio, e quando questi non danno lo stesso tempo ci sentiamo come se fossimo scollegati dall’interno, stanchi e scarichi, soltanto quando cominciano ad essere di nuovo sincronizzati iniziamo a sentirci meglio.
I nostri “orologi interni possono andare fuori tempo molto facilmente, ad esempio l’utilizzo del cellulare nelle ore notturne, quando ci apprestiamo a dormire, come anche andare a letto ad orari diversi, sono tutte attività che mandano fuori tempo il nostro orologio biologico.
Queste interruzioni dei fisiologici ritmi circadiani possono a lungo andare causare iperglicemia, insulino-resistenza, incremento della pressione arteriosa e diabete di tipo 2. Ecco perché sta diventando sempre più importante in ambito sanitario considerare questi bioritmi, così non solo da curare quelle che sono tra le patologie più diffuse del nostro tempo, ma anche e soprattutto curare una delle cause principali di tutti i nostri “moderni” problemi di salute cioè questi ritmi di vita spesso completamente sregolati e frenetici.
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