L’anoressia è un disordine alimentare potenzialmente pericoloso per la sopravvivenza dell’individuo, caratterizzato dall’eccessiva perdita di peso e da un’alterata percezione del corpo. Secondo l’Associazione Nazionale dei Disturbi Alimentari è il più comune tra questo tipo di patologie e quello con il tasso di mortalità più alto: uno degli espedienti terapeutici più studiati al mondo per la cura di questa patologia è la cannabis terapeutica.

Anoressia primaria e secondaria:

L’anoressia primaria (quella non scatenata dall’insorgenza di altre patologie) ha spesso cause correlate a traumi infantili o subiti nel periodo adolescenziale, ma numerosi studi scientifici riconoscono anche la presenza di fattori genetici e biologici sullo sviluppo della patologia.
Oltre ad essere una patologia a sé stante l’anoressia può essere anche una patologia secondaria alla presenza di un’altra malattia. Ad esempio può subentrare il rifiuto del cibo o la difficoltà ad alimentarsi in seguito all’aggravamento di malattie altamente debilitanti e dolorose (tumori, HIV…) o all’assunzione di farmaci particolarmente aggressivi (come i chemioterapici).

Sintomi e cure dell’anoressia
Tra i sintomi più comuni dell’anoressia c’è ovviamente la perdita rapida e progressiva di peso corporeo, l’ossessione per il conteggio delle calorie introdotte, una visione alterata dell’immagine del proprio corpo e una tendenza alle manie di controllo. L’indebolimento del corpo causato dal rifiuto del cibo nelle persone affette da anoressia può portare alla morte per deperimento oppure all’aumento esponenziale delle tendenze suicide. Le terapie attualmente utilizzate nell’approccio a questa patologia sono ancora prevalentemente non farmacologiche. Ma recentemente l’approccio medico scientifico ha iniziato ad aprirsi all’utilizzo di cannabis terapeutica come terapia funzionale per l’anoressia. Vediamo come la cannabis può aiutare le persone che sono affette da questa malattia a guarire o migliorare la propria condizione.

Cannabis terapeutica per il trattamento dell’anoressia
Dove la medicina tradizionale e le terapie comportamentali non hanno successo, a stimolare l’appetito e a rendere accettabile l’idea di consumare un pasto completo, ci pensa la cannabis. In gergo non medico si dice “fame chimica”: parliamo della voglia di cibo che subentra solitamente dopo il consumo di cannabis. È un bisogno impellente e apparentemente immotivato di introdurre cibi calorici per trovare sollievo da una fame improvvisa e vorace. È assolutamente lecito pensare che l’effetto “fame chimica” indotto dal consumo di marijuana possa contrastare l’anoressia. L’azione stimolante sul sistema endocannabinoide di molecole della cannabis quali THC e CBD è per molti studiosi la chiave di questo aumento del desiderio di alimentarsi che, per persone che soffrono costantemente di rifiuto del cibo, può essere un aiuto enorme. Secondo diversi studi, squilibri all’interno del nostro sistema endocannabinoide sono strettamente correlati allo sviluppo di disturbi alimentari. Ciò significa che i trattamenti con cannabinoidi potrebbero rivelarsi un’arma terapeutica efficace proprio per la loro intrinseca capacità di stimolare il sistema endocannabinoide e riportando il giusto equilibrio necessario a ripristinare la salute dell’organismo. Ma sono anche altri i benefici che i cannabinoidi possono regalare a chi soffre di inappetenza, per prima cosa una delle forme più comuni di anoressia è quella nervosa e, l’introduzione nel corpo di CBD (coadiuvato da bassi livelli di THC) è un efficace rimedio contro molte forme d’ansia e depressione. Allo stesso tempo questi preziosi cannabinoidi hanno anche una validissima azione antiemetica e sono quindi in grado di ridurre la nausea, anche quella indotta da cure farmacologiche aggressive (come ad esempio succede con la chemioterapia).

È legale utilizzare la cannabis terapeutica per la cura dell’anoressia?
Sono moltissimi gli stati che hanno autorizzato l’utilizzo dei cannabinoidi per la cura di disordini alimentari. Almeno in questo in Italia siamo al passo con i tempi, in quanto (come previsto dal Decreto Ministeriale del 9 novembre 2015) la prescrizione di cannabis a uso medico è prevista: per dolore cronico e quello associato a sclerosi multipla e a lesioni del midollo spinale; alla nausea e vomito causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV; come stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa; per l’effetto ipotensivo nel glaucoma; per la riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette. Come vedete la legge italiana è ben chiara in proposito: ogni forma di anoressia e cachessia è legalmente trattabile con la prescrizione di cannabis terapeutica. Peccato che le prescrizioni di cannabinoidi per questo tipo di patologie siano ancora davvero poche, almeno in Italia. Siamo però certi che in un futuro non troppo lontano l’accesso alla cannabis terapeutica sarà finalmente facilitato, soprattutto ora che anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta cercando di riabilitare in prima persona le qualità benefiche della cannabis.

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